Dall’idea di due studenti nasce un sito per aiutare i rifugiati ucraini a trovare un alloggio, ecco come è nato il progetto.
Da un’idea di due studenti dell’Università di Harvard nasce un sito per aiutare i rifugiati ucraini a trovare accoglienza. Il portale funziona come una sorta di Airbnb e consente ai profughi di mettersi in contatto con le persone che possono ospitarli. Vediamo come è nata l’idea di questa bellissima iniziativa e come funziona la piattaforma.
Come è nata la piattaforma per aiutare i rifugiati
Dietro il progetto ci sono Avi Schiffmann e Marco Burstein, due giovanissimi studenti, che hanno lanciato Ukraine Take Shelter. Intervistato dal Washington Post, Schiffmann ha raccontato come è nata l’idea di questo progetto. Dopo aver partecipato a una manifestazione di protesta contro l’invasione in Ucraina, il giovane era a San Diego e non riusciva a non pensare a cosa fare per aiutare.
La voglia di trovare un metodo per dare un aiuto concreto ha fatto scattare la scintilla e gli ha fatto venire in mente di creare un sito per aiutare i rifugiati ucraini a trovare accoglienza. Schiffmann si è messo subito al lavoro sul progetto insieme a Marco Burnstein, i due nonostante la distanza fisica, sono riusciti a sviluppare velocemente la piattaforma.
Come funziona Ukraine Take Shelter
In soli tre giorni i due giovani sono riusciti a lanciare il sito web in 12 lingue e durante la prima settimana oltre 4mila persone hanno messo a disposizione le loro strutture per aiutare i rifugiati. L’obiettivo di questa piattaforma è di facilitare i contatti e permettere di trovare alloggi rapidamente, eliminando i passaggi complicati previsti dai siti governativi.
Schiffmann definisce, infatti, la piattaforma come una “versione molto intuitiva e veloce di Airbnb“, un metodo semplice per trovare un alloggio nelle vicinanze. Basta inserire la propria posizione per accedere alle offerte di alloggio più vicine. Si può inserire il numero di persone e specificare se si hanno con sé animali domestici o se si hanno esigenze particolari. Il numero di alloggi disponibili cresce di giorno in giorno, a conferma delle parole di Burnstein che in merito all’iniziativa ha dichiarato di aver “subito avuto la sensazione che con il nostro lavoro potevamo fare la differenza“.